Due città quattro opere di street art
Biro, David de la Mano, Fabio Petani e Super Bab. “Questi siamo noi” il progetto di True Quality (BS) e Cooperativa sociale Patronato San Vincenzo (BG) racconta attraverso l’arte pubblica l’anima delle due città e delle loro periferie
Un anno di Capitale della Cultura per Bergamo e Brescia un anno di iniziative di arte pubblica per l’associazione True Quality di Brescia e il progetto Tantemani della Cooperativa sociale Patronato San Vincenzo di Bergamo, tutto racchiuso in un unico grande cappello: il progetto “Questi siamo noi” che vuole raccontare e dare visibilità all’anima dei due capoluoghi e delle loro periferie, usando l’arte come strumento di osservazione e racconto.
La realizzazione di opere di arte urbana, una delle azioni previste dal progetto, è stata compiuta nel corso del mese di settembre in entrambe le città. Così Bergamo ha ospitato David de la Mano e Fabio Petani, mentre Brescia Biro e Super Bab.
Tutti e 4 gli artisti sono partiti dal tema “Questo sono io” per portare un loro sguardo di racconto del contesto urbano in cui si inseriva ogni opera: Biro ha lavorato sulla facciata dell’ITIS Castelli in via Podgora a Brescia, mentre David de la Mano a Bergamo dipingeva la facciata del Cineteatro San Sisto, in via San Sisto.
L’artista spagnolo David de la Mano è un artista poliedrico che si sperimenta con l’arte urbana, le arti plastiche, la scultura e l’illustrazione. Dal 1993 lavora come artista e ha realizzato interventi in spazi pubblici che vanno dalla scultura all’installazione fino alla land art. Dal 2008 si è concentrato sulla arte pubblica con interventi di arte murale caratterizzati da uno spiccato carattere poetico.
La sua opera bergamasca “Waiting for the wind”, realizzata sulla facciata di 45 metri del Cineteatro San Sisto e che rappresenta un gruppo di otto figure alate, ispirate all’Icaro della mitologia greca, collocate in uno spazio immaginario, neutro, mentre aspettano il vento, si inserisce coerentemente allo stile altamente poetico di de la Mano. Ognuna di queste figure ha un atteggiamento unico e potente, simboli dell’ambizione umana e della ricerca della libertà. Ognuna sembra sospesa nell’aria, con le ali spiegate e i corpi in varie posture che riflettono un’ampia gamma di emozioni e stati d’animo. Alcune mostrano un’espressione di aspettativa e anticipazione, mentre altre sembrano essere in profonda meditazione, connettendosi con la loro interiorità e con la natura che le circonda. L’opera è un invito a riflettere sulla ricerca della libertà, sul legame con la natura e sull’importanza della pazienza e dell’introspezione nella vita umana. Le figure alate rappresentano l’aspirazione a superare i limiti e raggiungere l’irraggiungibile, mentre il titolo suggerisce che l’attesa potrebbe essere una parte essenziale di quel viaggio.
Nella sua opera Biro, artista bresciano poliedrico, ha lavorato in connessione con il contesto scolastico dell’edificio che ospita la sua opera, raffigurando una figura femminile dai lunghissimi capelli bianchi. L’artista ha scelto una donna, per lui simbolo della creazione e della madre terra, che qui rappresenta anche il sapere, la conoscenza e la curiosità; in sostanza il viaggio, come esperienza di conoscenza e arricchimento culturale.
Nella seconda metà di settembre Brescia ha ospitato il francese Super Bab che ha lavorato sulla facciata del Liceo Copernico di via Baschenis, contemporaneamente a Bergamo Fabio Petani ha lavorato sulla facciata dell’IC Petteni con l’opera “Benzene&Spathiphyllumcochlearispathum” che si sviluppa intorno al concetto di forza della natura e ragiona anche sullo spazio urbano in cui viviamo. Lo Spatifillo è infatti una pianta con un’azione benefica poiché assorbe composti organici volatili e sostanze nocive come il tricloroetilene, il benzene e la formaldeide. Da qui il titolo che vede il contrasto tra il Benzene e la pianta che purifica l’aria da questo elemento. Nel descrivere la sua opera l’artista sottolinea come la maggior delle zone urbane contemporanee siano “pianificate a priori su disegni limitanti e strutturate su linee e forme geometriche euclidee, la cui rigidità tende ad escludere e respingere, mettendo inconsciamente a disagio chi vi vive e allontanandolo dall’ambiente naturale”, dice citando la storica dell’arte Alessandra Ioalé, e quindi individua nelle piante delle maestre per imparare attitudini migliori per vivere un luogo promuovendo una rigenerazione, per ripensare la città “come una giungla urbana, dove i suoi abitanti, non solo umani, si trasformino insieme all’ambiente naturale.” Fabio Petani, artista piemontese che muove i primi passi nel panorama artistico torinese per poi lavorare a livello internazionale, porta nei suoi lavori una disordinata armonia di linee, forme e volumi che si integrano fra loro con colori tenui e armoniosi miscelati a elementi di rottura. La ricerca analizza l’aspetto chimico e molecolare degli oggetti da cui nasce un lungo lavoro di ricostruzione degli elementi della tavola periodica; una produzione sempre più ricca di particolari per far emerge una complessità organica in continua evoluzione. Ogni elemento chimico, come ogni pianta, ha in qualche modo una connessione con l’ambiente, lo spazio o il contesto dove il murale viene realizzato.
Superbab ha reaplizzato un’opera ricca di soggetti, colori e tematiche, individuati grazie al contributo degli studenti e delle studentesse del ESABAC che, dopo un incontro con gli operatori dell’Associazione True Quality, hanno sviluppato dei brief di progetto in francese, liberamente reinterpretati poi dall’artista secondo la sua sensibilità artistica.
Le azioni che si sono svolte in contemporanea nelle due città hanno avuto un grande valore su più fronti, come sottolinea Davide Pansera, direttore creativo del Progetto Tantemani “Grazie a BGBS2023, a Fondazione Cariplo e alla preziosa collaborazione con True Quaility, abbiamo realizzato a Bergamo due murales in due quartieri su cui ancora non avevamo lavorato: Redona e Colognola. Due quartieri geograficamente all’opposto, con dinamiche molto differenti tra di loro. L’artista italiano Fabio Petani a Redona e lo spagnolo David de la Mano a Cognola, hanno letto quartiere e territorio con delicatezza, realizzando due murales che sono una grande carezza alla città. La bellezza e le possibilità immaginative che troviamo in queste due opere ben rappresentano una cultura che si pone come strumento sottile di cura.”
Oltre alla realizzazione di questi murales, “Questi siamo noi” ha previsto diverse azioni in entrambe le città nel corso del 2023: da laboratori creativi in contesti di fragilità, a un’azione di poster art con due cicli di affissioni, il primo con i disegni risultati dai laboratori creativi e il secondo con le opere di 6 artisti e artiste internazionali, dai festival LINK Urban Art Festival di Brescia e Baleno Festival di Bergamo agli street art tour guidati in bicicletta, fino a concludersi con un incontro pubblico sul tema dell’arte pubblica e delle regolamentazioni comunali che si svolgerà nei prossimi mesi.
“Questi siamo noi” fa parte del palinsesto Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, grazie al processo di co-progettazione partecipata attivato dai due Assessorati alla Cultura dei Comuni di Bergamo e di Brescia.
La manifestazione Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vede Intesa Sanpaolo e A2A nel ruolo di Main Partner, Brembo nel ruolo di Partner di Sistema, Ferrovie dello Stato Italiane e SACBO quali Partner di Area. Il Ministero della Cultura e Regione Lombardia sono partner istituzionali insieme a Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bresciana e Fondazione della Comunità Bergamasca.
Le tre Fondazioni hanno individuato attraverso un bando dedicato e un Comitato di valutazione congiunto 92 progetti provenienti dalle comunità di Bergamo e Brescia, sostenuti con un contributo complessivo di 3,5 milioni di euro. Si tratta di un ricco palinsesto di iniziative in grado di favorire la partecipazione dei cittadini, con una particolare attenzione alle fasce di popolazione con minori opportunità di fruizione culturale e agli abitanti delle aree del territorio più marginali e geograficamente più distanti dai due comuni capoluogo.
Di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 interessa, più di quello che accade, ciò che resta. Per questo le Fondazioni di comunità non sono ‘sponsor’ di eventi o progetti, ma agiscono in alleanza con le istituzioni locali e del Terzo settore per promuovere – attraverso il metodo della co-progettazione – crescita culturale e sociale, benessere, sviluppo sostenibile e duraturo per le comunità, di cui sono un solido riferimento.
Per informazioni:
True Quality: info@truequality.it – http://truequality.it/ – Fb: TrueQuality.it – IG: Thetruequality
Tantemani: officine@tantemani.it – https://tantemani.it/ – Fb: Tantemani – IG: Tantemani_Pigmenti