Risonanze, tre artisti in contemporanea
La mostra resterà aperta dal 10 febbraio (inaugurazione alle ore 17.30) al 25 febbraio presso l’Associazione Culturale Cento4 idee in circolo sita in via Borgo Palazzo 104/L. “Risonanze” unisce i talenti di tre amici artisti, Federico Casu, Dario Dabbeni e Sara Montani, che esplorano il colore in modi unici. Le loro singolari prospettive intrecciano una tavolozza cromatica attraverso varie tecniche e stili, creando un’esperienza visiva coinvolgente che riflette la diversità e l’armonia delle loro visioni artistiche.
Il mondo vibrante proposto da Dario Dabbeni nella sua mostra è caratterizzato da imponenti tele colorate, trasformate in vere e proprie finestre. Le linee ortogonali nere delineano prospettive uniche, offrendo agli spettatori uno sguardo furtivo su case, palazzi e panorami cittadini, o forse ci si può immergere in un sogno, in un paese irreale che esiste solo nella nostra fantasia. Desidero essere un artista.
‘In Ragione di un filo sottile’, titolo dell’installazione di Sara Montani, guida gli spettatori in un viaggio artistico che va oltre la superficie visiva. Le opere esposte evidenziano segni incisi che si intrecciano, come fili, esplorando un universo in cui forme e colori si fondono. Ogni segno, con la sua unicità, stimola la riflessione sulla connessione tra le nostre esperienze quotidiane e la profondità nascosta della creazione artistica.
Il Tempo in movimento
“Il mio invisibile lascia spazio al tuo infinito. Il mio visibile è di passaggio.”
Federico Casu è un fotografo che ha iniziato a dipingere per incanalare le sue emozioni. Il suo inconscio riporta con l’acrilico ciò che aveva visto inquadrando attraverso la fotocamera. I suoi dipinti sono la trasmutazione del gesto, del sentimento attraverso l’ascolto della musica che dà il tempo e la vita all’atto creativo. Il colore e le atmosfere sospese si fondono direttamente sulla tela, il pennello si contamina e contamina i colori creando volumi e stratificazioni. “Non ho riprodotto le mie fotografie, mi sono accorto successivamente, però, di averle inconsciamente stampate con il pennello.”