Boccaleone: proviamo a ricucire
Il tempo stringe e le decisioni circa i lavori alla linea ferroviaria ad est di Bergamo che attraversa il quartire di Boccaleone, sembrano ormai prese. A monte la scelta di avere un collegamento ferroviario con lo scalo di Orio voluto e finaziato dalla Regione con le risorse delle Olimpiadi invernali del 2025. Il quartiere, già attraversato oltre che dalla linea ferroviaria anche da una tangenziale si è opposto al progetto che prevede il raddoppio dei binari, la chiusura del passaggio a livello di via Rovelli e una muraglia di barriere fonoassorbenti lungo la linea stessa. Si è costituito un comitato molto agguerrito e competente il quale ha presentato un primo progetto che sarebbe stato l’ideale per la “ricucitura” di quella parte della città che da 150 anni è rimasta un po’ tagliata fuori. Il treno, secondo questo progetto, dovrebbe scorrere dentro un tunnel che, dal ponte di via Piatti, sottopassa Boccaleone, per uscire dopo l’attuale casello di via Rovelli che sarebbe così eliminato. Bel progetto ma non si può fare. Per RFI è questione di tempi, lunghissimi, impossibili da pianificare e di costi molto al di sopra di quanto preventivato.
Il comitato prende atto di tutto ciò ma ribadisce che, come proposto da RFI, il progetto non può andare bene e ha presentato un secondo studio, altrettanto circostanziato che questa volta prevede solo una piccola galleria e il resto del binario in trincea. In sostanza il treno non passerebbe a livello dell’attuale sedime ma in uno scavo profondo 4 metri, le sponde del quale si potrebbero congiungere con ponticelli e passerelle per consentire quella ricucitura con la città tanto auspicata dagli abitanti di Boccaleone. Questo sì, si potrebbe realizzare, anche per i tecnici di RFI, ma ormai non c’è più tempo anche perchè i finanziamenti previsti per le Olimpiadi del 2025 scadono se non sono utilizzati per tempo. Gli abitanti di Boccaleone e il comitato che si è mosso in modo davvero encomiabile non vogliono però credere che rimarranno inascoltati, che il loro habitat e la qualità della loro vita peggioreranno in modo così drastico.
Il Comitato di Quartiere di Boccaleone in questi mesi ha cercato un dialogo con tutte le istituzioni, il Comune di Bergamo in primis; purtroppo ciò è stato molto faticoso e veniamo a conoscenza solo tramite i giornali di controdeduzioni espresse da RFI alla nostra proposta di progetto alternativo, senza mai aver potuto presentare il nostro progetto e dialogare con loro. Inoltre, proprio perché RFI, tramite una lettera presentata al comune di Bergamo, ha obiettato alla nostra idea di interramento, abbiamo voluto ripensare il nostro progetto.
Segnaliamo che anche il Comitato Provinciale per l’abolizione delle Barriere Architettoniche di Bergamo preoccupato per la realizzazione di quest’opera, ha spedito al Ministero dell’Ambiente le proprie osservazioni al progetto. In sintesi: nella prima fase il Comitato di quartiere di Boccaleone aveva pensato ad un parco lineare orizzontale ma, viste le varie osservazioni di RFI, abbiamo rivisto in parte il progetto:
• Il tracciato ferroviario parte con un semi-interramento e appena dopo il cavalcavia si trasforma in una galleria in rilievo che scende fino a sottopassare via Recastello, dove oggi c’è il passaggio a livello; in questo modo dopo 300 metri la ferrovia si sarà abbassata circa 4 metri (esiste già sotto il cavalcavia un abbassamento di quasi 1 metro); a questo punto si possono creare delle rampe e delle scalinate per salire sul parco/piazza lineare che si creerebbe sopra la ferrovia in leggera pendenza 1,25% e più ci si avvicina all’attuale passaggio a livello, più lo scavalcamento da una parte all’altra sarà più facile. In questo modo si evitano le spese, preventivate nel progetto di RFI, di:
– passerella (stimato dal Comune nel progetto “Legami urbani” 1,5 milioni di euro);
– sottovia alla Fiera (stimato dal Comune 6 milioni di euro), perchè se la ferrovia è in trincea la
si può superare con un semplice scavalco a quota terreno;
– sottopasso in via Recastello, ritenuto da tutti pericoloso (costo circa 1 milione);
– barriere fono assorbenti sulla tratta che attraversa il quartere di Boccaleone(stimate da RFI 2,7 milioni di euro);
Dopo la curva, all’altezza della Fiera, il percorso continua in trincea con muri controterra fino all’aeroporto per impattare il meno possibile con l’ambiente. In questo modo:
– si evitano le spese per il viadotto su via Lunga, molto impattante (stimate da RFI 1,3 milioni di euro); – si può prevedere una fermata alla Fiera interrata con rampe e scale di risalita; – si risparmiano le spese per i nuovi svincoli stradali; – non è necessaria la galleria per il cono di volo, perché per la sicurezza degli aerei (solo una parte per bypassare via Orio) è sufficiente continuare con la trincea; in questo modo le spese di copertura possono essere usate per coprire l’abbassamento su via Rovelli per realizzare la piazza/parco lineare;
• il tracciato originale è stato notevolmente allungato, passando dai circa 3 km del 2008 ai 5,2 km attuali. Si può superare l’asse interurbano con una tipologia costruttiva completamente diversa (nella versione 2008 il progetto avrebbe sfruttato una sottovia installata appositamente durante la costruzione dell’asse interurbano, mentre ora si rende necessaria una galleria interrata di 600 m). Infatti nel progetto abbiamo previsto un accorciamento di circa 500 metri del tracciato (una delle ipotesi proposte da RFI), verso la zona dei parcheggi dell’aeroporto; in questo modo si possono ottenere risparmi nei costi e nel consumo di suolo; • non è necessario costruire in aeroporto una stazione a livello strada ma è sufficiente una fermata interrata più vicina all’ingresso dell’aeroporto; in questo modo si risparmiano altri milioni di euro e si può accorciare il tunnel interrato per arrivare in aeroporto (nel progetto RFI tra la stazione dei treni e l’ingresso delle partenze dell’aeroporto, Sacbo deve costruire un tunnel interrato di circa 150 metri); • altre economie si possono avere ripensando alla tipologia di infrastruttura.
Infatti, non è chiaro perché si è passatti da un progetto a un binario ad un progetto con due binari e perché è stata eliminata la fermata intermedia della Fiera; riproponendo tale fermata e aumentando le tecnologie di automatizzazione dei movimenti si potrebbe tornare ad 1 solo binario. Quindi si potrebbe risparmiare sia in termini economici che di suolo (larghezza sedime dimezzata);
• altri risparmi si potrebbero avere con la riduzione dei binari di fine corsa corrispondenti alla stazionedell’Aeroporto, che nel progetto RFI è stata portata da 3 a 4 binari: ma sono davvero necessari? Il terminal di Malpensa ha 4 binari ma un numero di passeggeri/anno molto superiore a quello di Orio. Abbiamo rilevato che tutte le esigenze infrastrutturali sono andate a vantaggio di RFI e Sacbo; così facendo non è rimasto più nulla dei 170 milioni stanziati per elaborare un progetto più sostenibile (non siamo riusciti a trovare un computo metrico riassuntivo di tutti i totali dei vari computi presentati nel progetto, si fatica a capire come viene speso l’importo totale dei 170 milioni). Ci chiediamo se non si poteva fare una scelta diversa per diminuire l’impatto viario, economico e sociale su Boccaleone?
Noi crediamo di sì e questa nostra proposta vuole rimettere in discussione non l’opera come collegamento, ma il progetto dell’opera che, così come presentato da RFI, non ha considerato il pesante impatto ambientale, sociale, economico e viario, ma ha considerato un unico obiettivo: realizzare un collegamento ferroviario diretto con l’aeroporto. Inoltre si denuncia nuovamente la completa mancanza di partecipazione e relativa divulgazione da parte del Comune di Bergamo verso gli abitanti del quartiere di Boccaleone del progetto di RFI. Segnaliamo che il finanziamento di 170 milioni euro rischia di essere inadeguato sia economicamente che nei tempi di realizzazione a causa dei problemi di approvvigionamento di materie prime e dell’esagerato aumento dei relativi prezzi. Per chiarezza aggiungiamo che noi del comitato abbiamo cercato un computo metrico estimativo complessivo, ma nella documentazione presentata da RFI non è stato possibile rintracciarlo. Sommando i circa 20 computi metrici estimativi presenti, sommandoli, danno un totale di circa 70 milioni. Mancano all’appello gli altri 100 milioni.