A Palazzo Creberg una mostra dedicata allo scultore bergamasco Piero Cattaneo
In collaborazione con Fondazione Piero Cattaneo, Fondazione Creberg inaugura, sabato 13 maggio 2023, l’esposizione “Memorie Future. Opere di Piero Cattaneo”, a cura di Marcella Cattaneo e Angelo Piazzoli.
La mostra – ideata per l’anno 2020 e sospesa sul finire del mese di febbraio 2020, due giorni prima della inaugurazione, a causa della pandemia COVID 19 – viene ora presentata con un allestimento ampliato che prevede nove sculture collocate nel Salone Principale e un nuovo intervento progettuale, allocato nel Loggiato di Palazzo Creberg, costituito da sette opere polimateriche databili tra il 1975 e il 1976.
Spiega Angelo Piazzoli, Presidente della Fondazione Credito Bergamasco e Curatore della mostra: “Conserviamo con Piero Cattaneo un forte legame spirituale, costituitosi con “Concetto di liberalità”, splendida scultura realizzata negli anni Ottanta, su specifica commissione della Banca e posizionata all’aperto di fronte al lato est del nostro Palazzo Storico di Bergamo; dell’opera – densa di significati reconditi legati al senso profondo del nostro agire nel sociale – conserviamo inoltre i bozzetti preparatori, che dimostrano la grande versatilità dell’artista, attestando una rilevante qualità nel disegno, frutto di una scuola importante e di un talento innato.”
“Questo legame con il valente artista (e con i suoi eredi) e la mostra che ora proponiamo a Palazzo Creberg – continua Angelo Piazzoli – si innestano in un percorso pluriennale volto ad attribuire il doveroso e meritato rilievo ad una splendida stagione artistica del secondo Novecento in Bergamo, determinata e qualificata da un cenacolo di grandi artisti, il c.d. Gruppo Bergamo, operante dal 1956 al 1962; sebbene oggi ancora troppo poco ricordato, il Gruppo fu estremamente importante all’epoca per la crescita culturale della nostra città. Da questi intenti sono scaturite negli scorsi anni le nostre mostre personali dedicate ad esponenti del Gruppo quali Trento Longaretti, Mario Cornali, Domenico Rossi, Franco Normanni, Rinaldo Pigola, Raffaello Locatelli, Erminio Maffioletti, Giuseppe Milesi, Tilde Poli.”
“Ora – conclude il Presidente – è finalmente arrivato il momento, a Palazzo Creberg, per una esposizione dedicata a Piero Cattaneo – realizzata con opere selezionate dalla collezione della famiglia – che Marcella Cattaneo ha costruito con raffinatezza e intelligenza, a partire dal titolo, ossimoro solo apparente, “Memorie future”. Ne siamo orgogliosi e felici, in quanto la mostra attesta in modo indubbio il talento, la profondità di pensiero, la qualità della produzione testimoniando nei fatti la collocazione di rilievo che l’artista merita nella nostra storia dell’arte.
Aggiunge Marcella Cattaneo, Presidente della Fondazione Cattaneo e curatrice della mostra: “Per lungo tempo ho osservato mio padre lavorare in questo luogo freddo – lo studio di un artista che lavora la cera non può essere riscaldato – qui lo ritrovavo quando avevo necessità di confrontarmi, in questo luogo ci siamo scambiati opinioni, pareri e qui è cresciuta in me quella sensibilità per la ricerca artistica. Tra la musica e l’odore di cera mista a plastilina, ho visto mio padre realizzare le sue sculture, comporle, predisporle per la fusione, preparare il manto refrattario, tirare le patine post fusione; qui ho compreso la determinazione dell’uomo e la sua fatica; tra le sue opere ancor in fieri ho letto la natura intima del suo linguaggio artistico, quel flusso di coscienza che procede nell’inafferrabilità del contatto in negativo di frammenti di oggetti, vissuti e scelti dall’artista, dando luogo ad un immaginario unico e distintivo. Ho sempre avuto sin da bambina la percezione di vivere un grande privilegio, non sapevo allora cosa fosse, oggi ho la consapevolezza di aver vissuto appieno un grande padre artista.”
La Mostra
Nel Salone Principale di Palazzo Creberg, viene presentato un percorso all’interno della poetica dello scultore bergamasco Piero Cattaneo (Bergamo 1929 – 2003). Nove sculture si accampano nello spazio con grande forza; si tratta di una accurata selezione di opere in bronzo che vanno dal 1967 al 1975, periodo fondamentale per l’artista, in cui mette a punto la sua personale tecnica di fusione a cera persa e crea il suo inconfondibile immaginario.
Le opere esposte indagano un periodo centrale della ricerca di Cattaneo, il passaggio da un linguaggio carico di puntuali rimandi culturali alla delineazione di un nuovo e personalissimo alfabeto che traduce nel bronzo gli emblemi della contemporaneità.
“Ricercare da Umanistica” del 1967–1968, apre idealmente il percorso; si tratta di una scultura in cui chiaramente l’artista vuole richiamare suggestioni di certa cultura rinascimentale, barocca, proponendo un’architettura fantastica dove frammenti storici e iconografici danno vita a strutture immaginifiche che si aprono nello spazio, ambendo quasi ad una dimensione abitativa, proprio in questa loro necessità di essere attraversate e vissute dallo sguardo. Il bronzo si apre a semicerchio, accolto su di un fondale ligneo, anch’esso d’andamento curvilineo e impreziosito dalla presenza di un grande cerchio dorato, i cui riverberi, dati dall’uso sapiente della foglia d’oro, smuovono lo spartito dei frammenti lessicali.
Il parallelismo tra composizione musicale e ricerca artistica di Cattaneo è un aspetto fondante, che trapela in modo evidente nella sua necessità di affidare anche ai titoli delle sue opere un rimando esplicito: da “Ricercare” appunto, con il cui termine si individuano particolari composizioni musicali italiane del XVI e XVII secolo, a “Cassa armonica”, bronzo del 1969 – 1970 a cui l’artista affida la risonanza di un’eco che si nutre ancora di tracce iconografiche riconoscibili, ma ormai appaiono sovrapposte ad una matericità che rivela una contaminazione con la contemporaneità dell’artista.
Il frammento storico e l’emblema contemporaneo convivono in questa scrittura nuova, plastica, in cui la scultura si dà di preferenza ad uno sviluppo frontale.
In “Memoria Opera I Kaisserlian”, scultura dedicata al critico Giorgio Kaisserlian scomparso nel 1969, Cattaneo concepisce una sorta di quinta che si muove in una materia quasi informale, tra reperti di diversa consistenza,
suggestioni di memorie, per poi frangersi, quasi con una implosione nel suo mezzo, lasciando intravedere e intuire lo spazio al di là della rappresentazione, dentro e dietro la soglia del visibile.
“Interprete” del 1973, riprende l’andamento geometrizzante di “Cassa armonica”, per poi deviarlo in un movimento curvilineo sul fondo, ma soprattutto quello che più colpisce è la contrapposizione tra la fluidità della superficie piena del volume e la sua fenditura centrale, rivelatrice quasi di una vita sommersa sostanziata e nutrita dell’alfabeto simbolico di Cattaneo. Questa contrapposizione tra misura razionale dei volumi e “possibili forme organiche” è determinante per lo sviluppo successivo dell’indagine dello scultore; così in “Pagina aperta”, dove la registrazione di quello che potremmo chiamare flusso di coscienza, viene interrotto al centro da una parte aggettante, a spigolo vivo, la cui superficie lisca e dorata, seppur contenuta, riverbera la narrazione di quello che a tutta prima si palesa come un trattato.
Non diversamente in “Tavola arcana I e II” e ancora in “Colonne a base quadra”, tutte opere del 1975, in cui viene enfatizzato lo svelamento di questa energia fantastica, di questo perlustrare nel profondo dell’enigma esistenziale, accumulando e facendo emergere depositi fitti di memorie personali e collettive. Agli stilemi del passato ora si sovrappongono sempre più frammenti meccanici e relitti del mondo industriale in un processo di reinvenzione oggettuale che esalta la volumetria primaria che si disgrega per corrosione interna.
Nel Loggiato del Palazzo, vengono esposti, a coronamento della mostra, sette opere polimateriche di Piero Cattaneo databili il 1975 e il 1976. Sono gessi incisi e impressi che riflettono in modo ininterrotto sulla stessa morfologia dei coevi bronzi. Ancora una volta lo scultore sfalsa gli affondi e il disegno si dispiega toccando piani di differente e quasi impercepibile aggetto. Il segno insistito, ripetuto – non per nulla le tavole prendono il nome di “Segnificati” – entra in relazione con il colore, scelto per le sue profondità e la sua intensità tonale, esaltando il contrasto bicromatico, gesso e acrilico e la conseguente ambiguità tra pieno e vuoto.
Informazioni sulla mostra – Apertura al Pubblico – Presentazione
L’esposizione rimarrà aperta al pubblico dal 13 maggio al 30 luglio 2023, con accesso libero e gratuito, nei giorni feriali, negli orari di apertura al pubblico della Filiale di Porta Nuova del Banco BPM.
È prevista una apertura straordinaria per Sabato 13 maggio 2023 con il seguente programma:
Ore 10.00 – 19.00 Apertura del Palazzo Storico Credito Bergamasco in Bergamo, Largo Porta Nuova, 2.
Ogni ora, a partire dalle 10.30 e fino alle ore 18.30, saranno attivati servizi di visite guidate gratuite della durata di mezz’ora ciascuna (10.30, 11.30, 12.30, 14.30, 15.30, 16.30, 17.30, 18.30).
Ore 16.00 – Presentazione ufficiale della mostra nel Salone Principale di Palazzo Creberg (durante la presentazione, della durata di 15 minuti, saranno sospese visite libere e guidate).
A tutti i visitatori verrà consegnato, come sempre gratuitamente, il catalogo edito dalla Fondazione Credito Bergamasco con testi di Marcella Cattaneo, Marilisa Di Giovanni e Angelo Piazzoli.
Didascalia foto: Segnificato bianco e rosso, 1975 – pastiglia di gesso, acrilico su pressato, 84,5×84,5 cm