Giornata Mondiale di lotta all’HIV/AIDS

U=U: impossibile sbagliare!
Il 18 marzo 2019, il Comune di Bergamo, ha sottoscritto la Dichiarazione di Parigi, ufficializzando l’adesione all’iniziativa globale delle Fast Track Cities e ottimizzando la collaborazione già attiva tra le realtà pubbliche e private impegnate nella lotta all’HIV/AIDS sul territorio.
Alla rete Bergamo Fast Track City aderiscono ATS Bergamo, ASST Papa Giovanni XXIII, il Collegio dei Sindaci, la Provincia di Bergamo e l’Ufficio scolastico Territoriale oltre a 13 Enti del Terzo Settore che a vario titolo si occupano di HIV/AIDS e/o popolazioni vulnerabili: Associazione Comunità Emmaus, Don Giuseppe Monticelli Società Cooperativa Sociale, Arcigay Bergamo Cives, Croce Rossa Italiana – Comitato di Bergamo, Caritas Diocesana Bergamasca, L’impronta Cooperativa Sociale, Il Pugno Aperto Cooperativa Sociale, Associazione La Melarancia ODV, Cooperativa di Bessimo Onlus, Fondazione Opera Bonomelli Onlus, Fondazione Opera Diocesana Patronato San Vincenzo e Fondazione Angelo Custode Onlus
L’obiettivo, previsto dall’OMS per il 2030, riguarda il traguardo 95-95-95 del 2030: che il 95% delle persone che vivono con HIV siano state diagnosticate; che il 95% delle persone diagnosticate assuma la terapia (ART); che il 95% di quelli che assumono terapia raggiungano la carica virale (virus nel sangue) non rilevabile (undetectable) che determina la non trasmissibilità (unstransmittable) del virus. La “massimizzazione” di U=U è l’obiettivo finale e rappresenta un traguardo importante di salute personale e di salute pubblica.
Bergamo Fast-track City vuole “correre veloce” verso questi obiettivi con azioni finalizzate a:
– diffondere informazioni corrette su HIV/AIDS e sulle altre IST (infezioni sessualmente trasmissibili), promuovere la cultura della prevenzione e del test con particolare attenzione alle giovani generazioni e alle popolazioni più a rischio;
– aumentare le opportunità di sottoporsi ai test rapidi, anonimi e gratuiti (per HIV, HCV e sifilide) in diversi contesti extraospedalieri e favorire l’accesso al centro provinciale di riferimento per le IST presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII;
– favorire il linkage to care (aggancio alla cura) e la retention in care (mantenimento in cura) offrendo supporto alle persone con HIV e ai loro familiari per migliorare la qualità di vita dal punto di vista sociale e sanitario;
– combattere con determinazione stigma e pregiudizio promuovendo una cultura inclusiva e accogliente.
In questi giorni, la Rete Bergamo Fast-track City ha lanciato la Campagna di Sensibilizzazione pubblica “U=U: impossibile sbagliare!” coinvolgendo, in particolare, gli studenti degli Istituti Superiori di Bergamo e provincia (invitati dall’Ufficio Scolastico Territoriale a dedicare uno spazio di riflessione nei giorni precedenti la Giornata Mondiale di Lotta all’AIDS e a diffondere il video della campagna tramite i propri profili social), l’Ordine dei Medici (con l’invio di materiale informativo e delle locandine della campagna U=U agli oltre 5000 medici iscritti all’Ordine), l’ATB (che proietterà 3 video della campagna sui monitor di oltre 100 mezzi dal 22 novembre al 6 dicembre), gli studenti universitari (a cui sono state proposte tre giornate di test presso le sedi universitarie, un momento formativo e l’invito a diffondere il messaggio U=U).
La campagna ha ulteriore visibilità pubblica con l’affissione di 60 poster in Città sempre dal 22 novembre al 6 dicembre. Una mostra relativa agli elaborati realizzati in relazione al progetto #cHIVuoleconoscere, che ha coinvolto 10000 studenti delle Scuola Superiori Bergamasche in 5 anni, sarà esposta invece presso l’hospital street dal 26 novembre al 9 dicembre con richiamo alla campagna U=U.
Tutti i partner della rete, sono in questi giorni impegnati nello sforzo di diffusione di questo messaggio che può rappresentare una chiave di svolta rispetto agli obiettivi di Bergamo Fast-track City.
Tutti possono contribuire a diffonderlo pubblicando il link al video della campagna https://www.youtube.com/watch?v=D1nZIlUMYPw sui propri siti e canali social e/o stampando e affiggendo ovunque possibile i poster relativi alla campagna che sono scaricabili direttamente dal sito www.friendlytest.it.
LE DICHIARAZIONI
“La rete Fast-track City, a cui il Comune aderisce dal 2019, è diventata negli anni sempre più ampia e solida grazie alla partecipazione delle istituzioni e di oltre 13 enti che si occupano di questo tema, dal contrasto alla grave emarginazione, all’accoglienza e alla presa in carico. Questo evidentemente permette di rendere sempre più capillare ed efficace l’azione di sensibilizzazione soprattutto dei giovani, in stretto rapporto con l’Ufficio scolastico territoriale, e la loro capacitazione all’interno del gruppo dei loro pari.
La campagna di quest’anno è certamente unica sia per l’immediatezza e l’importanza del messaggio, che sottolinea come le persone in terapia con carica virale non rilevabile (undetectable) non trasmettono più il virus (unstransmittable) ad altri, sia per la diffusione che spazia dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII, alle scuole, alle Università, alle affissioni per le vie della città, ai 100 mezzi ATB che ringrazio particolarmente per l’adesione al progetto.
L’occasione del Giornata mondiale è certamente cruciale nel corso dell’anno, ma le attività proseguono costantemente nelle scuole, con la somministrazione dei test, nella comunità dei cittadini per i quali c’è molto da fare sul piano culturale dello stigma, e su quello della prevenzione. Ringrazio infine l’Ospedale Papa Giovanni XXIII per essere una presenza costante e centrale nell’attività della Rete.” Marcella Messina, assessora alle politiche sociali e salute
“U=U, come è stato detto, significa Win-Win, cioè doppia vincita: vince la persona, perché la diagnosi precoce consegna al sieropositivo una prospettiva di vita pari a quella degli altri; vince la collettività, perché fermare la non trasmissione significa fermare la diffusione del virus. Tecnicamente, se tutte le persone con HIV fossero diagnosticate, nel giro di qualche decennio l’HIV scomparirebbe. Non c’è un vaccino, che è la barriera in entrata, ma c’è una cura che rappresenta una barriera in uscita. È necessario fare il test e come Rete lavoriamo incessantemente su questo con le energie a nostra disposizione, 30 volontari e 4 operatori che organizzano tutti gli interventi sul territorio: dagli incontri nelle scuole, alla realizzazione delle campagne, all’accompagnamento delle persone con HIV, alla consegna dei farmaci a domicilio per chi è in difficoltà.
L’attività condotta da Bergamo Fast Treck City ha contribuito al raggiungimento dell’obiettivo 95-95-95 fissato dall’OMS già tra il 2021 e il 2022, con un ulteriore consolidamento nel 2023. Siamo bravi con quelli che sono in cura, ma manca però all’appello un po’ di gente: a Bergamo si stima che ci siano più di 100 persone presumibilmente con HIV che non hanno ricevuto una diagnosi, ed altri ne abbiamo persi per strada. Sono circa 150 quelli che potrebbero essere in altri ospedali, senza cura o con cure insufficienti. A questi due numeri dobbiamo puntare con la massima attenzione.
Tutto quello che facciamo è possibile grazie al Comune, che ha messo a disposizione le risorse base, a Regione Lombardia, che finanzia l’acquisto dei test rapidi da circa un anno per 3.000 persone, alla Fondazione della Comunità Bergamasca e all’8×1000 della Chiesa Cattolica presenti quest’anno, e agli sponsor con cui collaboriamo per la realizzazione dei progetti di informazione nelle scuole. Rispetto ai giovani sottolineo l’aumento delle malattie sessualmente trasmissibili: da qui l’appello alla necessità di un’educazione complessiva alla sessualità che guardi agli aspetti emotivi, a quelli del rispetto del consenso, e anche a quelli della salute.” Paolo Meli, coordinatore della Rete Fast-Track City
“Dal punto di vista scientifico è importante parlare ancora di HIV perché ogni anno, nel mondo e in Italia, rileviamo nuovi casi. Abbiamo assistito dapprima ad un progressivo calo e, più recentemente, ad un lieve aumento che però può essere anche letto come un segnale di maggiore accesso al test, obiettivo che con la Rete Fast-track cerchiamo di raggiungere perché l’HIV è un problema che deve interessare tutti.
La maggior parte delle nuove infezioni oggi in Italia, e nel mondo occidentale, è infatti dovuta a rapporti sessuali non protetti eterosessuali e omosessuali. L’incidenza nel nostro Paese è più bassa rispetto al resto dell’Europa occidentale e molto più bassa rispetto a quella dell’Europa orientale. Il problema più importante che persiste ancora oggi è la quota ancora molto elevata di persone che giunge alla diagnosi tardivamente. In Italia si stima che il 60% delle nuove diagnosi siano di situazioni in cui l’HIV è presente da molto tempo e la compromissione del sistema immunitario è già un’evidenza. La nostra esperienza bergamasca è abbastanza in linea con quelli che sono i dati nazionali: lo scorso anno abbiamo registrato 60 nuove diagnosi di HIV di cui la metà con sistema immunitario compromesso e, un terzo di questi, con un evento diagnostico eclatante da AIDS. Questo ci dice che troppe persone non hanno ancora mai fatto il test nella loro vita e quindi i progetti che facciamo con la Rete nelle scuole e tra i cittadini sono estremamente importanti: la diagnosi precoce porta all’assunzione della terapia antiretrovirale, che porta ad una carica virale non rilevabile che porta, a sua volta, ad una trasmissione zero dell’HIV.” Laura Comi, medico dell’èquipe malattie infettive ASST Papa Giovanni XXIII
“In occasione della giornata mondiale di lotta all’HIV in programma il prossimo 1 dicembre, ATB sostiene la campagna di sensibilizzazione 2024 con l’obiettivo di promuovere la conoscenza, combattere il pregiudizio e favorire una maggiore consapevolezza riguardo alla prevenzione e alla cura. Dal 22 novembre e fino al 6 dicembre la campagna viene trasmessa sui monitor a bordo dei nostri autobus con la speranza che questo piccolo gesto possa essere un mezzo di informazione e consapevolezza.” Liliana Donato Direttore Generale ATB Servizi.
SINTESI DATI BOLLETTINO C.O.A. (Centro Operativo AIDS) 2024
Nel 2023, sono state segnalate 2.349 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a un’incidenza di 4,0 nuove diagnosi ogni 100.000 residenti. Dal 2012 al 2020 si osserva una diminuzione delle nuove diagnosi HIV e un aumento dal 2021 al 2023.
Il numero complessivo di persone che vive con l’infezione da HIV in Italia e stato stimato essere intorno a 140.000 unità (120.000-160.000) con tasso di prevalenza pari a 0,2% residenti. L’Italia, in termini di incidenza delle nuove diagnosi HIV, nel 2023 si colloca al di sotto della media calcolata nei Paesi dell’Europa occidentale (6,2 per 100.000 residenti).
Nel 2023 le incidenze più alte (≥5 casi per 100.000 residenti) sono state registrate in Lazio, Emilia-Romagna e Umbria. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2023 sono maschi nel 76% dei casi. L’età media è di 41 anni, più alta nei maschi (42 anni) rispetto alle femmine (39 anni).
L’incidenza più alta e stata osservata tra le persone di 30-39 anni (9,9 nuovi casi ogni 100.000 residenti di età 30-39 anni); in questa fascia di età l’incidenza nei maschi e 3 volte superiore a quelle delle femmine.
Nel 2023 la maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da HIV e attribuibile a rapporti sessuali, che costituiscono l’86,3% di tutte le segnalazioni. In particolare, i maschi che fanno sesso con maschi (MSM) costituiscono il 38,6%, gli eterosessuali maschi il 26,6% e le eterosessuali femmine il 21,1%.
L’incidenza di HIV nella popolazione straniera e aumentata nell’ultimo quinquennio ed e passata da 12 per 100.000 stranieri presenti in Italia nel 2019 a 15 per 100.000 nel 2023. Tra gli stranieri, il 59,7% delle nuove diagnosi e attribuibile a rapporti eterosessuali (femmine 35,8%; maschi 23,9%).
Nell’ultimo decennio e aumentata la quota di persone a cui e stata diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV (persone in fase clinicamente avanzata, con bassi CD4 o in AIDS). Nel 2023, il 41,4% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV e stato diagnosticato tardivamente con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL e il 60,0% con un numero inferiore a 350 cell/μL. Una diagnosi HIV tardiva (CD4<350cell/μL) e stata riportata nel 66,8% degli eterosessuali maschi e nel 63,0% delle eterosessuali femmine. Il dato è peggiore della media europea
Nel 2023, più di un terzo (35,0%) delle persone con nuova diagnosi HIV ha eseguito il test per sospetta patologia HIV o presenza di sintomi HIV correlati. Altri principali motivi di esecuzione del test sono stati: comportamenti sessuali a rischio (19,6%), controlli di routine o iniziative di screening a seguito di campagne informative (12,2%) e accertamenti per altra patologia (7,4%). Questi ultimi due motivi di testing hanno visto una proporzione in aumento tra il 2021 e il 2023.
La sorveglianza dei casi di AIDS riporta i dati delle persone con una nuova diagnosi di AIDS conclamata. Dall’inizio dell’epidemia (1982) a oggi sono state segnalate 73.150 nuove diagnosi di AIDS, di cui 47.862 deceduti entro il 2021.
Nel 2023 sono state notificate 532 nuove diagnosi di AIDS pari a un’incidenza di 0,9 nuovi casi per 100.000 residenti, si è osservato un marcato aumento nel numero di casi rispetto al 2020 (+28%) e all’ultimo anno (+20%). Nel 2023, il 77,2% delle persone diagnosticate con AIDS non aveva ricevuto una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS.
La proporzione di persone con nuova diagnosi di AIDS che ignorava la propria condizione e che ha scoperto di essere HIV positiva nel semestre precedente la diagnosi di AIDS e aumentata nel tempo e si è stabilizzata intorno all’84% nell’ultimo triennio, nel 2023 questa proporzione e pari all’84,1%. Il numero di decessi in persone con AIDS e rimasto relativamente stabile dal 2017 al 2020, mentre e diminuito nel 2021 (449 decessi). Il numero dei casi prevalenti di AIDS, ossia ancora viventi, al 2021 e pari a 24.760.
Fonte: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3492_allegato.pdf
I DATI BERGAMASCHI
Le infezioni registrate a fine novembre 2024 per l’anno in corso sono circa 55, quindi, verosimilmente i dati bergamaschi, rispetto al dato nazionale che, come abbiamo visto è in aumento, confermeranno il trend del 2023. Di seguito il dettaglio delle diagnosi dell’anno 2023
Le persone in carico all’ospedale Papa Giovanni XXIII sono circa 2900, mentre si stimano siano più di 100 le persone con HIV non ancora consapevoli in quanto mai testate.
Oltre 150 risultano “perse al follow up” e, verosimilmente, se alcune si possono essere trasferite presso altre strutture ospedaliere, una parte significativa di esse hanno difficoltà di adesione e mantenimento nei percorsi di cura.
L’attività condotta da Bergamo FTC ha contribuito al raggiungimento dell’obiettivo 95-95-95 fissato dall’OMS già tra il 2021 e il 2022, con un ulteriore consolidamento nel 2023, ma è importante però continuare a lavorare sull’emersione del sommerso e sul linkage e retention in care delle persone più fragili. Qui sotto, i dati sui test effettuati dalla rete Bergamo Fast-track nei primi 5 anni di attività. La previsione per il 2024 è di raggiungere in totale circa 2300/2400 persone.