Il Podestà di Moroni torna in Carrara
Il podestà di Giovan Battista Moroni torna in Accademia Carrara, il museo che raccoglie il più importante corpus di opere dell’autore, a seguito del restauro realizzato grazie all’ ASST Papa Giovanni XXIII, che restituisce piena leggibilità e cromia al dipinto.
In un’unica opera si intrecciano spesso molte storie: il talento straordinario di Giovan Battista Moroni (1521/24 – 1579), il mistero del protagonista del ritratto, la generosità degli abitanti di Bergamo, e due tra le istituzioni più importanti della città, Accademia Carrara e Ospedale Papa Giovanni XXIII.
La conclusione del restauro di Ritratto di un podestà (1560-1565) di Moroni – opera in comodato presso la Carrara dal 1879, proveniente dalle collezioni dell’Ospedale che ha sostenuto anche l’intervento di pulitura – è occasione per riscoprire, all’interno del nuovo allestimento, un esempio prezioso della ritrattistica del Cinquecento e per approfondire una parte affascinante della storia di Bergamo e del rapporto con i suoi generosi collezionisti.
Così come Accademia Carrara, anche Ospedale Papa Giovanni XXIII nel corso della sua storia è stato spesso beneficiario di donazioni, testimonianza della fiducia e della gratitudine con cui i bergamaschi e non solo hanno guardato a questa istituzione. Si è venuta via via componendo una ricca collezione che oggi comprende una quadreria, una raccolta di strumenti scientifici, una biblioteca e un archivio storico, per un totale di circa 200 dipinti e oltre 7.000 volumi. Un patrimonio di notevole interesse storico, artistico e sociale, in grado di documentare la storia dell’arte, della città, delle sue famiglie e della medicina. L’Ospedale di Bergamo fin dal 1879 ha trovato in Accademia Carrara, museo cittadino e «casa del collezionismo», la giusta collocazione per alcuni delle opere più prestigiose della loro raccolta e luogo ideale per la loro valorizzazione. Sono 8 le opere che, in tempi diversi, sono state affidate in comodato ad Accademia Carrara, tra cui, oltre al Moroni, due dipinti di Fra’ Galgario e uno di Cariani.