News10/05/2023

La nuova piazzetta tra via Ghislandi e via Ambrogio da Calepio intitolata a Graziella Perez

La nuova piazzetta tra via Ghislandi e via Ambrogio da Calepio intitolata a Graziella Perez

La nuova piazzetta che collegherà via Ghislandi a via Ambrogio da Calepio sarà intitolata a Graziella Perez. Lo ha deciso, su proposta della Commissione Toponomastica, la Giunta comunale nei giorni scorsi e l’Assessore Giacomo Angeloni ne ha dato poche ore fa comunicazione alla rete di quartiere.

Nell’ambito del piano attuativo NE 8- Via Ghislandi è infatti prevista la realizzazione di una piazzetta pedonale: è stata l’Assessora Nadia Ghisalberti a segnalare la possibilità di intitolare un luogo della città alla Perez, nella convinzione di diffondere e custodire la storia della sua vita.

Graziella Perez, figlia di Bruch Perez ed Emila Gomel, nasce a Rodi (Isole Egee del Dodecaneso) l’8 ottobre 1925. Donna dalla vita drammatica: ha subìto la persecuzione nazifascista e all’età di 14 anni – nel luglio 1944 – fu deportata da Rodi al campo di sterminio di Auschwitz con tutta la sua famiglia, di cui fu l’unica sopravvissuta alla Shoah.

Liberata nel ghetto di Teresienstadt, dopo essere stata trasferita in diversi campi di concentramento – tra cui Birkenau, Dachau, Bergen-Belsen, Buchenwald -, Graziella Perez è stata accolta a Milano per diversi anni in quanto cittadina italiana.

Dal 1987 al 2013, anno della sua morte, ha vissuto a Bergamo in via Broseta 73, portando la propria testimonianza dell’orrore dell’Olocausto nelle scuole e in incontri pubblici, incontrando in diverse occasioni gli studenti e la cittadinanza.

“Presto a Bergamo – commenta Giacomo Angeloni ci sarà un luogo con un nuovo nome e sarà dedicato a una donna che nella sua vita ha molto sofferto e tantissimo ha saputo dare agli altri. La scelta di intitolare la nuova piazzetta a Graziella Perez è, a mio avviso, particolarmente significativa, non solo perché riconosciamo a una donna un altro luogo della città (agli uomini sono intitolate oltre il 90% delle vie della nostra città), ma perché – grazie a questa intitolazione – riapriamo una finestra su una delle pagine che più hanno da insegnare al nostro tempo, così minacciato da nuove forme di autocrazia e da nuove discriminazioni”.

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