Scoperto un vero e proprio racket dell’occupazione abusiva
Sesso e soldi in cambio di appartamenti popolari da occupare, “subito disponibili”. L’accusa, da parte di tre donne, a carico di un ex dipendente di Aler, nel frattempo andato in pensione, era pesantissima. Ma le indagini, avviate dalla Digos di Milano nel mese di febbraio del 2020 subito dopo le segnalazioni, hanno rivelato una realtà differente. Se infatti la posizione dell’uomo, un sessantaquattrenne, è ancora al vaglio degli investigatori, è finita nei guai proprio una di quelle che lo avevano denunciato.
Gli agenti hanno scoperto che la donna, una marocchina di 32 anni, irregolare in Italia e con precedenti penali, gestiva un vero e proprio giro di occupazioni abusive in complessi popolari dell’Aler nel quartiere Barona, in via Voltri. A chi aveva bisogno di un alloggio indicava quelli ancora sfitti, e dunque vuoti, e si avvaleva persone in grado di “sfondare” la porta e creare allacciamenti abusivi per luce e gas. Tra queste in particolare “spiccava” un 33enne italiano pluripregiudicato che vive nello stesso quartiere.
La polizia ha effettuato varie perquisizioni sequestrando in tutto cinque telefoni cellulari. Dalle conversazioni memorizzate risulterebbe chiara l’attività della 32enne come “agente immobiliare” di appartamenti da occupare abusivamente. Non solo: la polizia ha scoperto che la donna ospitava in casa un connazionale di 26 anni, con subaffitto in nero, in vista di procurargli un alloggio da occupare. Il 26enne è ovviamente estraneo all’organizzazione delle occupazioni abusive ma è stato comunque indagato perché non in regola: per lui sono state avviate le procedure di espulsione dall’Italia.
La donna che gestiva il giro di occupazioni e l’altro che l’aiutava a sfondare le porte e allacciare gas e luce sono stati indagati a loro volta. Quanto all’ex dipendente Aler ora in pensione, rimane comunque oggetto di indagine per le segnalazioni contro di lui, ma al momento la Digos non ha ravvisato una “potenzialità delinquenziale”.