Storie del vivere. Dialoghi
Rotary Festival della cultura, VI edizione – Romano di Lombardia. Dal 27 ottobre e 17 novembre
Un nuovo format per il VI Rotary Festival della Cultura di Romano di Lombardia che torna con due appuntamenti venerdì 27 ottobre e venerdì 17 novembre, sempre alle 21.00 e sempre presso il Teatro Opere Pie Rubini.
L’iniziativa è promossa dal Rotary di Romano di Lombardia, su coordinamento di Mirko Rossi che ne è stato l’ideatore fin dal 2019, in collaborazione con la Fondazione Rubini, l’Amministrazione Comunale ed è realizzata con il sostegno della Banca di Credito Cooperativo dell’Oglio e del Serio.
Rispetto al passato per ogni sera i protagonisti saranno 2, non più relatori, bensì interpreti di un dialogo serrato, talvolta divertente, certamente interessante perché basato sulla diversità di chi prenderà parola.
Per ogni data due interpreti rinomati della cultura italiana e vicini al territorio bergamasco, ma molto diversi per formazione, mestiere, forma mentis.
Per questo nuovo inizio il direttore scientifico del Festival Fabio Cleto ha pensato a un nuovo tema, quello delle Storie del vivere: «Le storie – dice Cleto – non sono atti individuali: sono sempre dialogiche, coinvolgono nella narrazione tanto quanto nell’ascolto. E per questo il Rotary Festival della Cultura intende presentare quattro sguardi tanto acuti quanto diversi e distinti sulle storie, sulle loro origini e fini».
Grazie alla collaborazione con l’Università degli studi di Bergamo, il progetto di questa edizione è sostenuto nell’ambito del bando di Ateneo per iniziative di Public Engagement 2023.
Una collaborazione, quella con l’Università, formalizzata nell’edizione primaverile del Rotary Festival 2023, ma intessuta già negli anni precedenti con la presenza tra i relatori di docenti dell’Ateneo bergamasco e con la stessa curatela di Fabio Cleto.
«Il Festival della Cultura – spiega Cristian Viscardi, Presidente R.C. Romano di Lombardia 2023/2024 – giunge alla sua sesta edizione e assume una nuova veste. Saremo felici di vedere la comunità coinvolta in questo Festival che si sta confermando sempre di più anno dopo anno».
VI edizione. Storie del vivere. Dialoghi
La VI edizione del Rotary Festival della Cultura intende presentare quattro sguardi tanto acuti quanto diversi e distinti sulle storie, sulle loro origini e fini: la storica Roberta Frigeni e la narratrice Giusi Quarenghi (27 ottobre), il sociologo Enrico Finzi e il teologo Giuliano Zanchi (17 novembre).
Lo farà per parlare di Storie del vivere, cambiando la sua tradizionale struttura per abbracciare la forma del dialogo: la storica in dialogo con la narratrice, a confrontare l’ordine delle fonti con quello dell’invenzione; il sociologo in dialogo con il teologo, per riflettere sul senso (primario e ultimo) della nostra storia: «La storia – dice Fabio Cleto, curatore scientifico del Festival – nasce necessariamente nella relazione. Nell’incontro fra individualità e prospettive differenti, affiancate e intrecciate. La vita è una sequenza di storie: poco altro, tutto sommato. Storie che si collegano alle origini e ai fini dell’esistere, che nell’oscillazione fra inizio e fine trovano il proprio senso, e che costituiscono forse la più fondamentale fra le caratteristiche dell’umano».
Al Rotary Festival le storie non sono atti individuali: sono sempre dialogiche, intrecciano chi ascolta e chi parla.
Tutti d’eccellenza i relatori: «Sono espressione di qualità tra Bergamo con Quarenghi, Frigeni, Zanchi e Milano con Finzi, che torna al Rotary Festival dopo la partecipazione alla prima edizione.
Il 27 ottobre due figure femminili a confrontarsi sul tema dell’origine: la prima con un approccio scientifico legato alle fonti come base della ricostruzione della Storia, la seconda che fa della narrazione e della scrittura gli strumenti di costruzione delle sue storie.
Il 17 novembre Finzi sarà espressione di chi attua un’analisi della società in termini scientifici, mentre don Giuliano Zanchi offrirà lo sguardo del religioso per il quale fine e fini sono certamente diversi. Quattro sguardi diversi, ma certamente proficui».
È nel dialogo sul senso stesso del racconto che si colloca idealmente la tappa autunnale di una storia – quella del Festival – iniziata nel 2019: «Una storia – aggiunge ancora Cleto – cresciuta nell’emergenza pandemica e maturata nella primavera 2023 attraverso la preziosa collaborazione con l’Università degli studi di Bergamo, impegnata a manifestare il suo ruolo culturale radicato nel territorio».
Nuovo format, nuovo ingaggio del pubblico: «L’idea del dialogo è volta ad enfatizzare il coinvolgimento di una comunità sempre più allargata per interessi e per età, anche il tema che parla di storie e delle Storie del vivere ci vuole rendere tutti partecipi». Il Rotary Festival della cultura, dunque, come spazio in cui si impara, si cresce, si vive, e per farlo, (ci) si racconta.
Gli ospiti e gli appuntamenti
ROBERTA FRIGENI | 27 ottobre 2023 | ORIGINI: LE STORIE DELLA STORIA
Roberta Frigeni (Bergamo, 1977), medievista formatasi all’Università degli studi di Milano, ha conseguito il Dottorato di ricerca presso l’Università degli studi di Bologna e il titolo della Scuola di Archivistica Paleografia Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Bologna. Dal 2016 è Direttore scientifico del Museo delle storie di Bergamo; dal 2021 è membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università degli studi di Bergamo.
GIUSI QUARENGHI | 27 ottobre 2023 | ORIGINI: NARRAZIONE E MITO
Giusi Quarenghi (Sottochiesa, 1951) è nata in un paesino della Val Taleggio, e vive e lavora a Bergamo. Fin da piccola appassionata di storie (le raccontava al suo gatto), è una delle narratrici per bimbi e grandi più apprezzate del Paese. Ha scritto racconti, filastrocche, storielle, testi di divulgazione, sceneggiature, romanzi; ha rinarrato fiabe e miti; ha riproposto i Salmi “per voce di bambino”. Le numerose opere della Quarenghi si rivolgono a molte fasce d’età: dai bimbi agli adolescenti agli adulti. Nel 2002 è stata insignita del Premio Nazionale Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo, sezione poesia; nel 2006 ha vinto il Premio Andersen come miglior scrittrice.
ENRICO FINZI | 17 novembre 2023 | FINI: OBIETTIVI, SENSO E REALIZZAZIONE DI SÉ
Enrico Finzi (Milano, 1946) è Presidente di Sòno | Human Tuning, società che fornisce servizi innovativi di autorealizzazione a persone e piccoli gruppi. Ha diretto istituti di ricerca (Fondazione Agnelli, InterMatrix, Demoskopea) e presieduto a lungo TP (l’Associazione Italiana Pubblicitari); è stato inoltre direttore marketing del Gruppo Rizzoli-Corriere della Sera e, per oltre trent’anni, presidente di AstraRicerche, istituto di indagini sociali e di marketing, scenari e consulenza. È autore di numerosi saggi e studi di sociologia, marketing e storia contemporanea.
GIULIANO ZANCHI | 17 novembre 2023 | FINI: IL SENSO E L’OLTRE
Giuliano Zanchi (Grassobbio, 1967), prete di Bergamo dal 1993, licenziato in Teologia fondamentale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, è direttore della Rivista del Clero Italiano e docente di Teologia presso l’Università Cattolica di Milano. A Bergamo è stato direttore del Museo Diocesano (2008-2019) e attualmente è direttore scientifico della Fondazione Adriano Bernareggi. Autore di diversi volumi e membro del comitato di redazione della rivista Arte Cristiana, si occupa di temi ai confini tra estetica e teologia.
Il direttore scientifico
Fabio Cleto (Bergamo 1967) insegna Storia culturale e Letteratura inglese all’Università di Bergamo. Si occupa di immaginari della cultura di massa e di storia del presente. Fra i suoi lavori, i volumi Intrigo internazionale. Pop, chic, spie degli anni Sessanta (ilSaggiatore 2013), Fuori scena. Gli Anni Zero e l’economia culturale dell’osceno (ECIG 2014) e Tempo di serie. La temporalità nella narrazione seriale (con Francesca Pasquali, Unicopli 2018). Viene spesso invitato a tenere conferenze e seminari, in Italia e all’estero, in università e centri di ricerca, istituti di cultura, moda e costume. Ha diretto rassegne culturali e collaborato con testate giornalistiche, televisive e radiofoniche. Il suo lavoro ha ispirato nel 2019 la mostra Camp: Notes on Fashion (e il relativo Met Gala) al Metropolitan Museum of Art di New York.