“MADe IN CHINA”
L’artista Badiucao inaugura al DOX Centre for Contemporary Art di Praga “MADe IN CHINA” a cura di Elettra Stamboulis
Fondazione Brescia Musei annuncia che il DOX Centre for Contemporary Art di Pragaospita la mostra MADe IN CHINA, personale dell’artista cinese dissidente Badiucao, dal 13 maggio al 28 agosto 2022 a cura di Elettra Stamboulis.
La mostra, organizzata in collaborazione con la Fondazione, è la seconda in Europa dell’artista-attivista noto per la sua arte di protesta che attualmente lavora in esilio in Australia; la prima è stata organizzata dal Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei presso il Museo di Santa Giulia dal 13 novembre 2021 al 20 febbraio 2022 con il titolo LA CINA NON È VICINA. Badiucao – opere di un artista dissidente, che ha ottenuto grande consenso di critica e di pubblico oltre che mediatico. Le opere esposte nella mostra di Praga sono sostanzialmente quelle già presentate a Brescia, arricchite da una nuova sezione dedicata all’Ucraina dal titolo “Il battito d’ali di Kiev”.
Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei commenta: “La Fondazione Brescia Musei è orgogliosa che il progetto culturale ed espositivo realizzato insieme a Badiucao trovi ora un suo spazio europeo dopo la prima esposizione a Brescia al Museo di Santa Giulia. Questa itineranza della mostra, per la quale ringrazio gli organizzatori del DOX Centre for Contemporary Art nonché la curatrice del progetto Elettra Stamboulis, è pienamente in linea con gli obiettivi per i quali Fondazione Brescia Musei ha avviato tre anni fa questo ciclo espositivo dedicato allo stringente rapporto tra arte contemporanea e i diritti umani. Dare spazio agli artisti perseguitati per le loro idee scoprendo nuove firme del panorama artistico internazionale, editandole e dando loro una voce. Una serie di obiettivi pienamente in linea con la definizione di museo e con le condizioni necessarie al pluralismo dell’informazione e alla rappresentazione dei grandi temi della nostra contemporaneità. Auguro al DOX Centre for Contemporary Art che ha creduto in questo progetto lo stesso successo che questa mostra ha arriso alla nostra Istituzione e mi rallegro che questo progetto consenta ai musei di Brescia per la terza volta in soli due anni di programmare fuori dei propri confini nazionali un programma espositivo originale, inedito e interamente creato all’interno del nostro settore Ricerca e Sviluppo”.
Badiucao si è affermato sulla scena internazionale grazie ai social media, attraverso i quali diffonde il suo messaggio a tutto il mondo. In questo modo l’artista si espone in prima linea contro ogni forma di controllo ideologico e morale esercitato dal potere politico, sfidando costantemente il governo e la censura cinese a sostegno della trasmissione di una memoria storica non plagiata. Badiucao esprime il suo impegno attraverso la realizzazione di campagne partecipative, manifesti in luoghi pubblici, illustrazioni e attività online, spesso costruite con un linguaggio visivo che evoca ironicamente la propaganda in chiave pop, riproducendone lo stile grafico, i colori e i toni.
Tanti i temi affrontati dalla mostra, che ripercorre l’opera di Badiucao nelle diverse sezioni che verranno allestite. Dalle opere pittoriche e multimateriali che testimoniano le violazioni dei diritti umani, alla censura inflitta ai cittadini cinesi sul tema Covid-19, dalla repressione del dissenso in Myanmar durante il colpo di stato militare del 2021 al tema dell’assimilazione culturale forzata degli Uiguri, fino al dettagliato racconto in chiave artistica delle proteste degli ultimi anni che hanno visto la popolazione di Hong Kong battersi per contrastare la linea politica governativa a Hong Kong. La mostra presenta anche le opere più recenti di Badiucao che riflettono sulla guerra in Ucraina.
Con la mostra LA CINA NON È VICINA, Fondazione Brescia Musei, insieme al Comune di Brescia, ha proseguito il percorso iniziato nel 2019 con la mostra Avremo anche giorni migliori. Zehra Doğan. Opere dalle carceri turche, nella quale l’artista curda, attraverso l’esposizione di una sessantina di opere inedite, ha intersecato e intrecciato la propria vicenda personale con i drammatici eventi politici della più stringente attualità, evidenziando la relazione tra opere contemporanee e diritti umani. Dopo il successo di Brescia, una selezione di opere di Zehra Doğan sono state esposte nel 2021 al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano.
Un format espositivo dedicato alla narrazione del contemporaneo attraverso l’arte, un dialogo grazie al quale vengono interpretati i più significativi fenomeni storici attuali. Arte contemporanea e diritti umani trovano quindi un punto di sintesi nella rivelazione di artisti dissidenti e attivisti, per lo più inediti in Occidente.
L’ARTISTA
Badiucao si è affermato sul palcoscenico internazionale grazie ai social media, coi quali diffonde la propria arte in tutto il mondo – il suo account twitter @badiucao è seguito da più 80 mila persone –, e sfida costantemente il governo e la censura cinese. La sua vocazione artistico-politica nasce nel 2007, quando, studente di Legge all’Università di Shanghai vede il documentario The Gate of Heavenly Peace, un girato clandestino diretto da Carma Hinton e Richard Gordon sulle proteste di Piazza Tienanmen. L’artista sviluppa una ferma decisione di esprimersi in prima linea contro ogni forma di controllo ideologico e morale esercitato dal potere politico, a favore della trasmissione di una memoria storica non plagiata. Il suo impegno politico si realizza, infatti, nella creazione di campagne partecipative, affissioni in luoghi pubblici, illustrazioni e attività online, spesso costruite con un linguaggio visivo che evoca ironicamente lo spirito pop della propaganda comunista, ricalcandone lo stile grafico, i colori e i toni.
Grazie al suo blog, ai social media e a campagne di comunicazione organizzate, Badiucao dall’Australia ha portato avanti la propria attività di resistenza, diventando l’unico canale non filtrato dal controllo governativo capace di trasmettere i racconti dei cittadini di Wuhan durante il lockdown del 2020.
Nel 2020 gli è stato conferito dalla Human Rights Foundation il Premio Václav Havel Prize for Creative Dissent, destinato ad artisti che creativamente denunciano gli inganni delle dittature. Nel 2021 ha partecipato ad Art Basel Miami realizzando un’operazione di arte di strada legata alle contestate Olimpiadi appena conclusesi a Pechino.