News28/05/2024

Concluso il restauro del capolavoro di Alessandro Bonvicino detto il Moretto

Concluso il restauro del capolavoro di Alessandro Bonvicino detto il Moretto

CONFINDUSTRIA BRESCIA – GIOVANI IMPRENDITORI: concluso il restauro del capolavoro “Incoronazione della Vergine con i santi Michele Arcangelo, Giuseppe, Francesco e Nicola” del Moretto, nellachiesa dei santi Nazaro e Celso a Brescia.

L’intervento – affidato al restauratore AntonioZaccaria – è stato finanziato grazie a una parte del ricavato complessivo relativo all’asta delle 19 opere esposte nella mostra “Dalla Fabbrica all’Arte.”

Si è concluso nei giorni scorsi il restauro dell’“Incoronazione della Vergine con i santi Michele Arcangelo, Giuseppe, Francesco e Nicola” (olio su tavola, 289 x 198 cm), opera del Moretto conservata nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso in corso Matteotti, a Brescia.
Il dipinto è stato presentato in una conferenza stampa a cui sono intervenuti mons. Giambattista Francesconi, parroco della chiesa dei Santi Nazaro e Celso, Francesco Veneziani, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia, Anna Tripoli, past president dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia, Angelo Loda, funzionario della Soprintendenza di Brescia, Davide Dotti, critico e curatore della mostra “Dalla Fabbrica all’Arte”,Vincenzo Gheroldi, docente dell’Università di Bologna, e Antonio Zaccaria, a cui sono stati affidati i lavori di restauro.

L’intervento – avviato nello scorso mese di marzo e svolto in accordo con i funzionari della Soprintendenza di Brescia, Angelo Loda e Silvia Massari – è stato finanziato grazie a una parte del ricavato complessivo relativo all’asta delle 19 opere esposte nella mostra “Dalla Fabbrica all’Arte”, promossa nei mesi scorsi dai Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia e curata dal critico d’arte Davide Dotti.

A livello tecnico, per indagare e restaurare la grande tavola di Moretto, si è scelto di non sottoporla a stressanti movimentazioni né alla modifica dei parametri termoigrometrici su cui si è assestata nel tempo, raggiungendo un equilibrio stabile e funzionale con il suo ambiente. L’intervento è stato dunque eseguito su un grande ponteggio a due piani allestito in loco e progettato appositamente per consentire l’avanzamento dell’opera di circa tre metri dalla muratura, peruna verifica della struttura dal retro. L’operazione ha così rivelato una carpenteria lignea – che alterna tavole in pioppo ad elementi in noce – ben eseguita e in ottimo stato di conservazione.

“Sulla superficie pittorica, il restauro non si è limitato a un recupero estetico, ma ha dovuto in primo luogo provvedere alla messa in sicurezza e al fissaggio di particelle di materia pittorica sollevate e in procinto di caduta, a causa di un lieve restringimento della fibra lignea nel corso del tempo – spiega il restauratore Antonio Zaccaria –. La struttura del film pittorico e le velature di rifinitura sono arrivati a noi in buono stato di conservazione, segno che le passate puliture non avevano fortunatamente fatto ricorso a solventi aggressivi, forse per un particolare riguardo nei confronti di un capolavoro del più venerato tra i maestri bresciani. Tuttavia, la vecchia vernice sovrapposta alla pellicola pittorica risultava notevolmente alterata, virando dall’originaria trasparenza verso un giallo-verdognolo che, complice l’inscurimento indotto anche dal nerofumo e dai depositi di pulviscolo atmosferico, aveva completamente modificato la temperatura cromatica della tavolozza di Moretto. Nel corso dell’attuale restauro, la delicatissima e selettiva operazione di pulitura ha visto riaffiorare progressivamente la luce argentina e le cromie cristalline che nei secoli hanno incantato schiere di studiosi, critici e pittori. Le indagini diagnostiche condotte sull’opera da Vincenzo Gheroldi, in più passaggi coordinati con le fasi tecniche, hanno consentito di declinare le metodologie di intervento con piena consapevolezza di ogni minima variazione della raffinatissima tecnica esecutiva originale. Hanno concluso l’intervento la stuccatura nelle cadute di materia pittorica, la ricostruzione della policromia mancante e la stesura di un leggerissimo velo di resina protettiva.”

“Il sostegno dell’impresa alla cultura, in tutte le sue forme, è sempre stato un punto centrale nell’azione dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia – commentano Francesco Veneziani e Anna Tripoli, presidente e past president dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia –. Il restauro dell’opera del Moretto ne è una perfetta sintesi: un lascito simbolico dell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, oltre che un progetto in continuità tra le nostre presidenze, a cui i consigli direttivi hanno fortemente creduto. L’obiettivo era quello di restituire alla cittadinanza l’opera del Moretto, pronta per essere ammirata, prima dell’inizio dell’estate, e ci siamo riusciti. Ringraziamo quindi ancora tutte le persone che hanno contribuito all’acquisto delle opere: si tratta solo di un primo passo, da cui prenderà il via la serie di attività a scopo benefico che i Giovani Imprenditori mirano a promuovere grazie al ricavato della mostra stessa.”

“Vedere rinascere uno straordinario capolavoro del Rinascimento non bresciano, ma italiano, come l’Incoronazione della Vergine di Moretto, è stata un’emozione unica – riflette Davide Dotti, critico e curatoredella mostra “Dalla Fabbrica all’Arte” –, non solo perché l’opera era fortemente alterata nei suoi valori cromatici e luministici, ora tornati all’originario splendore, ma anche perché qui il grande Bonvicino raggiunge l’apice delle sue qualità espressive, fondendo l’intenso naturalismo di marca lombarda al denso e luminoso cromatismo veneto, rendendo omaggio nella magnifica figura dell’Arcangelo a Raffaello e in quella della Vergine a Tiziano.”

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