Dall’ottone all’ulivo
UNA TEMPRA INOSSIDABILE COME QUELLA CHE CONTRADDISTINGUE LORETTA FORELLI, LA SIGNORA DELL’OTTONE, È IL FRUTTO DI UNA PERSONALITÀ FATTA DI TANTE COSE: SENSIBILITÀ, CULTURA, TENACIA, INTUIZIONE FEMMINILE E ALTRUISMO VISTO E CONSIDERATO IL SUO INESAURIBILE IMPEGNO PER IL SOCIALE.
Loretta Forelli è l’amministratore delegato della Fonderia Forelli, fondata nel 1925 in provincia di Brescia dall’omonima famiglia, oggi giunta alla quarta generazione. L’azienda è diventata leader europeo nel settore della raffinazione dei metalli con un fatturato di oltre 90 milioni che diventano 300 sommando quello delle altre tre imprese del Gruppo. È attualmente Presidente di Fondazione AIB, realtà che si occupa di tutte le attività formative promosse dall’Associazione Industriale Bresciana. È stata presidente della Croce Rossa di Brescia e, nel 2019, è stata insignita del titolo di accademica dall’Accademia della Diplomacia del Regno di Spagna.
Già all’età di 31 anni, quando le venne chiesto di affiancare il padre nella conduzione della fonderia di famiglia, in seguito al tragico incidente che costò la vita a due suoi fratelli, non si tirò indietro e, senza curarsi troppo dei pregiudizi in un mondo, come quello dell’industria metallurgica fatto di soli uomini, si fece valere sapendo aspettare.
Una volta intuito come funzionavano le cose in una fonderia, osservando, ponendo domande e aspettando il momento giusto, decise di agire lasciando il segno soprattutto per la sua naturale propensione nella scelta delle risorse umane.
Formata la squadra, la sua intuizione fu quella di mantenerla coesa, motivata e votata al raggiungimento dei medesimi obiettivi: rispetto, fiducia e collaborazione i tre capisaldi per un clima aziendale sereno e stimolante. Ed oggi, alla luce anche dell’esperienza traumatica che la catapultò dal giornalismo, per cui studiava, alla metallurgia, ha avviato da tempo il ricambio generazionale grazie al quale i suoi due figli, Paolo e Giacomo, sono già da anni punti di riferimento in azienda, ognuno mettendo a frutto le proprie attitudini e le proprie caratteristiche personali. E, a proposito di figli, svestiti per una volta i panni imprenditoriali, la ritroviamo in veste familiare, contornata dall’affetto di suo marito, Giovanni Coglio, e dei suoi nipoti, Mariagiulia e Giovanni, i figli di Giacomo, nella tenuta Collio di Cisano a San Felice del Benaco dove generalmente ricarica le batterie riconnettendosi alla terra e alla natura lavorando nell’uliveto di famiglia. È questo il suo segreto per ritrovare armonia, equilibrio e serenità prima di tornare l’imprenditrice leonessa che noi tutti conosciamo.